Oliver SacksMusicofilia
Racconti sulla musica e il cervelloAdelphi 2008Traduzione Isabella Blum434 pagine"Alla fine del nostro incontro, Fleisher ha accettato di suonare qualcosa sul mio pianoforte, un bellissimo vecchio Bechstein a coda del 1894 insieme al quale sono cresciuto: il pianoforte di mio padre. Fleisher si è seduto alla tastiera e con cautela si è stirato le mani, un dito alla volta, e poi, con braccia e mani quasi allineate ha cominciato a suonare. Era una trascrizione per pianoforte di Schafe können sicher weiden di Bach, arrangiata per pianoforte da Egon Petri. Pensai che mai, nei suoi 112 anni di vita, quel pianoforte era stato suonato da un tal maestro: avevo la sensazione che Fleisher avesse colto, nel giro di qualche secondo, il carattere dello strumento e le sue particolarità, che avesse adattato il proprio modo di suonare per estrarre dal mio Bechstein tutto il suo potenziale e la sua personalità. Come un alchimista, Fleisher sembrava distillare la bellezza goccia a goccia, in un flusso di note: una bellezza quasi insostenibile. E a quel punto non rimase nient'altro da dire." Era da tempo che desideravo affrontare la lettura di un saggio di Oliver Sacks. Vista la mia passione per la musica
Musicofilia mi è parso subito rappresentare il testo giusto per provare a cominciare.
Le aspettative non sono state deluse. Sacks è un grande divulgatore, un medico e uno scrittore con una capacità di affabulazione fuori dalla norma. L'immedesimazione che mette nella descrizione di casi clinici, la capacità di rappresentare in modo chiaro concetti e tecniche complesse unite - nello specifico di questo libro - a una passione per la musica che traspare chiaramente in molte pagine, rende questo libro una lettura preziosa per chi, come me, vuole provare ad addentrarsi nei meandri della neurologia seguendo un filo conduttore familiare.
Questo è il primo libro che leggo che tratta di neurologia, e l'impatto con la descrizione di molte patologie, che abbiano o no stretta pertinenza con la musica, è di primo acchito sconcertante se non sconvolgente.
La descrizione della profonda amnesia di
Clive Wearing, un uomo pressoché sprovvisto di memoria "
... privo di passato e di futuro, bloccato in un attimo sempre diverso e privo di senso", le descrizioni dei pazienti afasici o autistici, degli effetti del morbo di Parkinson, dell'Alzheimer o della sindrome di Tourette, sono tutte cose che mi hanno lasciato in uno stato di stupore quasi insuperabile (veniva quasi da utilizzare gli stessi metodi di "sospensione dell'incredulità" che uso per godere senza troppe razionalizzazioni della letteratura di fantascienza), stupore che incrementava quando poi Sacks si addentrava in descrizioni di ulteriori patologie o processi mentali incredibili come le allucinazioni sonore (sentire episodicamente o costantemente brani di musica perfettamente formati nella mente come se fossero realmente uditi dall'esterno) o la sinestesia (il corto circuito tra sensi diversi, per esempio vista e udito, vedere un colore - sempre lo stesso - associato a note o forme).
Ma poi superato lo shock (che forse per un lettore più scafato di me che già conosce questi temi nemmeno c'è) il meglio del libro emerge nello spingere a cercare di risolvere razionalmente il profondo mistero della percezione
emotiva della musica. Cercare di spiegare perché certe musiche in certi momenti portino a stati d'animo estremi, al pianto, all'esaltazione o anche solo allo sblocco delle tensioni interiori indotte dallo stress accumulato nella vita di tutti i giorni, potrà sembrare un esercizio futile o impossibile, ma io lo trovo estremamente intrigante proprio per il profondo effetto che la musica ha da sempre esercitato su di me.
Per questi aspetti, una parte notevole del libro è la quarta "
Emozione, identità e musica", dove tralaltro l'autore dimostra una grande capacità di immedesimazione nei problemi dei propri pazienti aprendosi anche a narrazioni che lo riguardano personalmente.
"La musica, unica fra le arti, è al tempo stesso completamente astratta e profondamente emozionale. Non ha il potere di rappresentare nulla di particolare né alcun oggetto esterno, ma ha la capacità esclusiva di esprimere sentimenti o stati interiori. La musica può penetrarti il cuore direttamente: non ha bisogno di mediazione. Non occorre sapere nulla di Didone ed Enea per essere toccati dal lamento della regina (Purcell, Dido and Aeneas "Lamento di Didone"): chiunque abbia perduto qualcuno sa bene che cosa stia esprimendo. Qui, infine, c'è un paradosso profondo e misterioso: perché proprio mentre questa musica fa vivere in modo più intenso l'esperienza del dolore e del lutto, al tempo stesso dona sollievo e consolazione."
In definitiva un libro veramente notevole che mette di relazione due universi affascinanti: la musica e il cervello, e lo fa in modo mai accademico ma sempre con calore, fascino e grandissima maestria di scrittura. Se i misteriosi meccanismi che stanno alla base del funzionamento del cervello e la musica non hanno per voi alcun fascino allora forse potete saltare la lettura di questo libro, altrimenti non perdetevelo.
"L'ascolto di una melodia è un ascolto con
la melodia ... Anzi, il fatto che la nota presente qui e ora debba riempire interamente
la coscienza, che nulla
debba essere ricordato, nulla tranne quella nota o oltre quella nota debba essere presente nella coscienza, è perfino una condizione dell'ascolto di una melodia ... Ascoltare una melodia è - simultaneamente - ascoltare, aver ascoltato e accingersi ad ascoltare. Ogni melodia ci mostra che il passato può esistere senza essere ricordato e il futuro senza essere previsto." (Victor Zuckerkandl, Sound and Simbol)(Sono stato indeciso fino all'ultimo se segnalare il link alla versione del lamento di Didone cantato da Jessye Norman o quello cantato da Alison Moyet. Alla fine li metto tutti e due... decidete in base al vostro gusto quale è il migliore, certo che è incredibile come la buona musica possa essere reintrerpretata sempre in modi diversi con risultati comunque eccezionali. Per un'altra notevolissima versione ascoltate Emma Kirkby.)